La cucina futurista


Il 28 dicembre 1930 il quotidiano torinese “La Gazzetta del Popolo” pubblicò il Manifesto della Cucina Futurista, ideato e scritto  da Marinetti, poeta leader del movimento Futurista
Da allora gli esperimenti culinari futuristi hanno lasciato un segno nella storia della cucina, non solo per la particolarità delle proposte gastronomiche degli artisti, ma anche per l'implicito intento di sollevare la cucina all'altezza delle arti più nobili, come la letteratura e la pittura.
Al lancio del Manifesto seguì una serie di banchetti futuristi in Italia e in Francia, l'inaugurazione della taverna «Santopalato» a Torino e finalmente, nel 1932, la pubblicazione del libro La cucina futurista di Marinetti e Fillia.


La cucina futurista si pose anzitutto come strumento di lotta contro l'«alimento amidaceo», la pastasciutta, ritenuta colpevole di generare nei consumatori «fiacchezza, pessimismo, inattività nostalgica e neutralismo». Questa lotta annunciata rese la cucina futurista piuttosto impopolare. 
Il Manifesto non si limitò ad abolire la pastasciutta, ma si pose l'obiettivo di fare lo stesso con la forchetta e il coltello, i condimenti tradizionali, il peso e il volume degli alimenti e la politica a tavola; auspicò la creazione di «bocconi simultaneisti e cangianti», invitò i chimici ad inventare nuovi sapori e incoraggiò l'accostamento ai piatti di musiche, poesie e profumi.
I piatti futuristi erano diversi dagli altri più nella forma che nella sostanza, ma stupirono con i loro nomi particolari e il loro aspetto coreografico. Un esempio delle imprese culinarie dei futuristi fu il celebre “aerobanchetto”,che si tenne a Bologna nel ’31. 
Non c'era tovaglia, sostituita da foglie di alluminio e piatti di metallo. La tavola era a forma di aereoplano, con una motocicletta al posto del motore. Le portate furono l' aeroporto piccante (insalata russa), i rombi d’ascesa (risotto con arancia), la sveglia stomaco, l’alga spuma tirrena e il pollo d’acciaio (arrosto ripieno di confettini argentei). Quando i commensali richiesero il carburante fu portato lambrusco, travasato in latte da benzina. 
I futuristi si impegnarono anche a italianizzare alcuni termini di origine straniera, il cocktail divenne così la polibibita (che si poteva ordinare al quisibeve e non al bar); analogamente, il sandwich prese il nome di traidue, il dessert di peralzarsi e il picnic di pranzoalsole.
Vediamo ora una tipica ricetta futurista: il CARNEPLASTICO
INGREDIENTI
carne macinata q.b. per 1 polpettone
11 tipi di verdura (potete usare verdure a foglia, ma anche zucchine, melanzane, peperoni, l’importante è il numero)
1 salsiccia
3 cosce di pollo
miele Millefiori
PREPARAZIONE
Pulite le verdure e stufatele in padella tutte insieme, inserendole però in tempi diversi,  facendo attenzione ai tempi di cottura che sono diversi a seconda delle verdure scelte. Lasciate raffreddare le verdure, poi usatele come ripieno per il polpettone di carne che vi costruirete sopra, mettete poi il tutto in forno. Nel frattempo tagliate a metà la salsiccia e arrostitela sulla griglia fino a che le due metà si piegheranno a causa del calore; bollite le cosce di pollo e disossatele facendo in modo che la carne formi tre sfere. Una volta che tutto sarà cotto, componete il piatto: mettete sul fondo le tre sfere di pollo, sopra formate un anello con le due metà di salsiccia, ponete su questa base il polpettone e servitelo con il miele sciolto sopra. 

Prossimamente altre ricette per creare un menù completo!

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